Combattere la tratta al tempo del Covid-19: il lavoro della CEMIRDE

Combattere la tratta al tempo del Covid-19: il lavoro della CEMIRDE

LA SEZIONE Migranti e Rifugiati INTERVISTA SUOR MARINÊS BIASIBETTI,
SEGRETARIA GENERALE DELLA CEMIRDE

Ci può parlare del lavoro della CEMIRDE nella lotta alla tratta di esseri umani in Mozambico?

La Commissione episcopale per migranti, rifugiati e sfollati, CEMIRDE, organismo della Conferenza episcopale del Mozambico che si occupa dell’assistenza e della difesa dei diritti umani delle persone in mobilità e dei gruppi in situazioni di vulnerabilità, lavora in 7 aree di intervento, una delle quali è la prevenzione e la lotta alla tratta di persone, organi e parti del corpo umano in Mozambico.

Nel 2014, la CEMIRDE ha lanciato una campagna nazionale per prevenire e combattere la tratta di persone, realizzando diverse azioni, avendo comprovato le sue attività con la realizzazione della prima ricerca (2016) sulla tratta di organi e parti del corpo umano nella regione meridionale del Mozambico (Maputo, Gaza, Inhambane), in collaborazione con antropologi dell’Università Eduardo Mondlane e con il sostegno dell’Agenzia cattolica per lo sviluppo internazionale (CAFOD). L’obiettivo era quello di acquisire conoscenze sull’esistenza o meno del fenomeno in queste regioni, che conoscono un intenso flusso migratorio e sono vicine al confine con il Sudafrica. Una comprensione più completa del problema si è concretizzata nel 2018, con la realizzazione del secondo studio nella regione settentrionale del Mozambico (Nampula, Niassa, Cabo Delgado). Le relazioni dello studio sono state presentate pubblicamente e ampiamente diffuse nei media, confermando così l’esistenza del fenomeno, le cui vittime principali sono bambini, donne e persone con problemi di pigmentazione della pelle (albini). In risposta ai risultati e alle raccomandazioni dei ricercatori, la CEMIRDE ha organizzato e sviluppato varie attività nell’ambito della sensibilizzazione a vari livelli, vale a dire:

Realizzazione di una Conferenza internazionale (che coinvolge vescovi cattolici della regione dell’Africa meridionale, parlamentari del Mozambico, rappresentanti di diverse istituzioni governative e non governative che lavorano sul tema); un Seminario nazionale (con la partecipazione dei vescovi di tutte le diocesi del Mozambico e i comandanti provinciali della Polizia della Repubblica del Mozambico); Seminari diocesani e regionali (con agenti pastorali per la mobilità umana); seminari con leader di confessioni religiose membri del Consiglio cristiano del Mozambico; un incontro con la Polizia della Repubblica del Mozambico (3 province meridionali del Paese); un seminario con i Vescovi presidenti delle Commissioni sociali del Mozambico e del Sudafrica. Tutto il lavoro è stato sempre accompagnato da un’attività di formazione nelle comunità, dando priorità a quelle delle aree più remote. Negli ultimi anni, la CEMIRDE ha intensificato le attività di prevenzione concentrandosi sulle scuole secondarie, dove sono stati creati focus group che sviluppano azioni di prevenzione in ambito scolastico e comunitario, insieme ai punti focali della CEMIRDE in tutte le province.

Vale la pena menzionare il materiale informativo sull’argomento, in particolare: rapporto di ricerca (in portoghese e inglese); opuscoli in portoghese e almeno in 5 lingue locali; manifesti; programmi radiofonici in portoghese e altre lingue; realizzazione di un reportage in collaborazione con la Televisione del Mozambico sui bambini di strada nelle province di Maputo, Gaza e Inhambane, con l’obiettivo di identificarne un possibile coinvolgimento nello sfruttamento del lavoro e nel traffico di minori. Sfortunatamente, le informazioni raccolte sul campo hanno confermato che molti bambini vengono utilizzati per lavoro e sfruttamento sessuale, mentre altri sono scomparsi e nessuno sa dove si trovino.

In che modo la pandemia causata dal Covid-19 ha inciso su questo lavoro? Sono stati rilevati cambiamenti nel fenomeno della tratta di esseri umani in Mozambico durante questo periodo? E come ha agito la CEMIRDE a tali cambiamenti?

La pandemia causata dal Covid-19 ha inciso in maniera diretta sulle attività della CEMIRDE in termini di prevenzione e di lotta alla tratta di persone, organi e parti del corpo umano in Mozambico. Come affermato in precedenza, sono stati creati dei focus group in diverse scuole delle diocesi del Paese responsabili della realizzazione di azioni di sensibilizzazione a vari livelli. Tutte queste attività sono state paralizzate a causa dello stato di emergenza (già nella sua terza fase) in vigore in Mozambico, decretato dal Presidente della Repubblica, e che, tra le varie misure, include la chiusura delle scuole, il divieto delle riunioni, la limitazione della circolazione delle persone, ecc. Vale la pena ricordare che le attività di prevenzione di solito implicano il contatto diretto con le persone e lo spostamento in regioni distanti della città, azioni queste che non hanno potuto avere luogo durante lo stato di emergenza.

Ciononostante, la CEMIRDE ha riadattato il suo piano d’azione svolgendo attività di prevenzione in relazione al Covid-19, realizzando mascherine e materiale con messaggi di prevenzione in relazione alla pandemia e al traffico di esseri umani, che sono stati distribuiti, insieme a dei poster, attraverso i punti focali e le loro equipe in tutte le diocesi del paese.

I punti focali hanno condotto una campagna di sensibilizzazione con la consegna di questo materiale alle comunità e attraverso programmi radiofonici, rispettando le misure imposte dallo stato di emergenza.

Un’altra importante limitazione è stata l’interruzione del terzo sondaggio sulla tratta nelle regioni centrali del paese (Manica, Beira, Quelimane e Tete). Tutto avrebbe dovuto iniziare il 23 marzo, ma il 21 il Presidente ha decretato la chiusura delle scuole e altre misure che hanno inciso direttamente sulla messa in campo dello studio.

In questi ultimi mesi, ci sono stati diversi casi di espianto di organi e di vendita di bambini albini nella regione centrale del paese. Non possiamo dire che tali crimini siano direttamente legati alla pandemia, ma è vero che la crisi, associata alla povertà, ha favorito e alimentato talune pratiche dannose per la dignità umana e i diritti fondamentali delle persone. 

In questa fase, la CEMIRDE sta accompagnando e assistendo due giovani nella provincia di Tete, vittime dell’estrazione di organi genitali e, insieme alla Lega mozambicana per i diritti umani e altre organizzazioni, sta cercando di chiarire i fatti per punire i responsabili.

Quali sono le prospettive per il lavoro futuro in questo ambito?

Per il futuro, la CEMIRDE intende realizzare la terza ricerca bloccata dalla pandemia e, secondo le stesse dinamiche delle precedenti, produrre un rapporto, pubblicare i risultati e intensificare il lavoro sulla base delle conclusioni e dell’orientamento dei ricercatori, cercando così nuove metodologie per dare continuità alle attività di prevenzione e di lotta al fenomeno durante e dopo lo stato di emergenza.

Qualcos’altro di rilevante da comunicarci?

Il COVID-19 ha una conseguenza diretta sulle persone e le comunità, rendendole sempre più vulnerabili ai casi di traffico. Per far fronte a questa situazione, è opportuno adottare misure atte a rendere le comunità più vigili. Gli attacchi armati, nelle regioni settentrionali e centrali del paese, costringono ad enormi spostamenti persone che vivono in condizioni di estrema povertà e affrontano ogni tipo di difficoltà. In questa mobilità, si possono creare condizioni favorevoli al verificarsi di casi di tratta, pertanto la CEMIRDE intensificherà le sue azioni nelle comunità e nelle strutture locali affinché prestino attenzione a questo problema.

Sr. Marinês Biasibetti, mscs
Segretaria Generale della CEMIRDE
Maputo, 20.07.2020