Missionarie Scalabriniane, due case di accoglienza per donne rifugiate vulnerabili e con bambini

Missionarie Scalabriniane, due case di accoglienza per donne rifugiate vulnerabili e con bambini

“Quando Papa Francesco ci ha lanciato l’appello, tramite il Dicastero dello sviluppo umano e integrale, Sezione Migranti e Rifugiati,
ricordo molto bene l’emozione di quel momento, eravamo alla viglia della Pasqua e l’abbiamo accolto come un annuncio gioioso della resurrezione;
quello che era un progetto, un idea, una bella provocazione oggi è un opera di Dio che testimonia vita, unità, comunione, creatività,
è il segno del bene che si moltiplica grazie a molte e a tante persone, religiose, istituzioni, volontari, operatori, benefattori.
Per cui il nostro grazie a Papa Francesco!” Sr. Neusa de Fatima Mariano, mscs – Superiora Generale

 

Sono state inaugurate ieri sera due case per rifugiate con bambini e per migranti in situazioni di vulnerabilità.
Il progetto si chiama “Chaire Gynai”, frase in greco che sta per “Benvenuta donna”. L’iniziativa è stata resa possibile oltre che dalla Congregazione delle Suore Missionarie Scalabriniane, anche dal Dicastero della Santa Sede per il servizio dello sviluppo umano integrale (Sezione migranti e rifugiati), dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, dalla Uisg (Unione internazionale superiore generali) e dalla Conferenza episcopale italiana. Le Scalabriniane hanno coinvolto anche le Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù, che hanno messo a disposizione gli spazi. Le due case (tra le prime del genere in Italia) nascono in via della Pineta Sacchetti e in via Michele Mercati e accolgono 17 donne e 7 minori. Qui si potrà stare per un periodo che va dai 6 mesi a un anno massimo, fino a che “non abbiano raggiunto una completa autonomia”, si legge in una nota. Gli ospiti arrivano da Siria, Uganda, Senegal, Congo, Camerun, Etiopia, India e Burundi.
Il progetto nasce nel cuore del Santo Padre quando ha invitato tutte le Congregazioni religiose presenti nel territorio della diocesi di Roma ad accogliere i migranti e i rifugiati e chi ha scelto di fare il percorso della loro vita in questo territorio. Questa è la testimonianza di come costruiamo ponti per una società accogliente e aperta”, ha spiegato padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati.

 

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