21 Luglio 2015 |

WORKSHOP “MODERN SLAVERY AND CLIMATE CHANGE: THE COMMITMENT OF THE CITIES” INTERVENTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Aula del Sinodo

[…] Dall’altro lato, perché questo invito, che mi è parsa un’idea della Pontificia Accademia delle Scienze, di Mons. Sánchez Sorondo, molto feconda, di invitare i Sindaci delle città grandi, e non tanto grandi, invitarli qui per parlare di questo? Perché una delle cose che più si nota quando l’ambiente, la creazione non è curata, è la crescita a dismisura delle città. E’ un fenomeno mondiale. E’ come se le teste, le grandi città, si facessero grandi, però ogni volta con cordoni di povertà e di miseria più grandi, dove la gente soffre gli effetti della trascuratezza dell’ambiente. In questo senso è coinvolto il fenomeno migratorio. Perché la gente viene nelle grandi città, nei cordoni delle grandi città – “villas miseria”, le baracche, le favelas? Perché fa questo? Semplicemente perché il mondo rurale non dà loro opportunità. E qui un punto che sta nell’Enciclica – e con molto rispetto, però si deve denunciare – è l’idolatria della tecnocrazia. La tecnocrazia porta a distruggere il lavoro, crea disoccupazione. I fenomeni di disoccupazione sono molto grandi e le persone sono costrette a emigrare, cercando nuovi orizzonti. Il grande numero di disoccupati allarma. Non ho le statistiche, però in alcuni Paesi d’Europa, soprattutto i giovani, la disoccupazione giovanile – dai 25 anni in giù – supera il 40 per cento e in alcuni arriva al 50 per cento. Tra il 40, il 47 – sto pensando ad altri Paesi – e il 50. Sto pensando ad altre statistiche serie date dai Capi di governo, dai Capi di Stato direttamente. E questo proiettato nel futuro ci fa vedere un fantasma, ossia una gioventù disoccupata che, oggi, quale orizzonte e quale futuro può offrire? Che cosa rimane a questa gioventù: o le dipendenze, la noia, il non sapere che cosa fare della propria vita -una vita senza senso, molto dura, il suicidio giovanile –le statistiche di suicidio giovanile non sono pubblicate nella loro totalità – o cercare in altri orizzonti, anche in progetti di guerriglia, un ideale di vita. […]

[…] Che succede quando tutti questi fenomeni di tecnicizzazione eccessiva, senza cura dell’ambiente, oltre ai fenomeni naturali, incidono sulla migrazione? Non avere lavoro e poi la tratta delle persone. Ogni volta è più frequente il lavoro in nero, un lavoro senza contratto, un lavoro “organizzato sotto banco”. Come è cresciuto! II lavoro in nero è molto diffuso, e questo significa che una persona non guadagna sufficientemente per vivere. Questo può provocare reati, tutto quello che succede in una grande città a causa di queste migrazioni provocate dalla tecnicizzazione eccessiva. Soprattutto mi riferisco all’ambiente agricolo ed anche alla tratta delle persone nel lavoro minerario. La schiavitù mineraria è vasta e molto forte. E quello che significa l’uso di certi elementi del trattamento dei minerali – arsenico, cianuro… – che fanno ammalare la popolazione. In questo c’è una responsabilità molto grande. Tutto rimbalza, tutto torna indietro, tutto… E’ l’effetto rimbalzo contro la stessa persona. Può essere la tratta di esseri umani per il lavoro schiavista, la prostituzione, che sono fonti di lavoro, per poter sopravvivere oggi.

Per questo sono contento che voi abbiate riflettuto su questi fenomeni – io ne ho menzionati alcuni, non di più – che colpiscono le grandi città. Alla fine io direi che di questo debbano interessarsi le Nazioni Unite. Ho molta speranza nel vertice di Parigi del prossimo novembre: che si raggiunga un accordo fondamentale e di base. Ho molta speranza. Tuttavia le Nazioni Unite devono interessarsi con molta forza di questo fenomeno, soprattutto della tratta delle persone provocata da questo fenomeno ambientale, lo sfruttamento della gente. […]