[…]
Pensando a queste cose permettetemi di soffermarmi su un tema doloroso. Ci siamo
abituati a utilizzare il termine “tratta di persone”. Arrivando a Puerto Maldonado,
nell’aeroporto ho visto un cartello che ha richiamato la mia attenzione positivamente:
“Fai attenzione alla tratta!”. Si vede che stanno prendendo coscienza. Ma in realtà
dovremmo parlare di schiavitù: schiavitù per il lavoro, schiavitù sessuale, schiavitù
per il guadagno. Fa male constatare come in questa terra, che sta sotto la protezione
della Madre di Dio, tante donne sono così svalutate, disprezzate ed esposte a violenze
senza fine. Non possiamo “normalizzare” la violenza, prenderla come una cosa
naturale. No, non si “normalizza” la violenza contro le donne, sostenendo una cultura
maschilista che non accetta il ruolo di protagonista della donna nelle nostre comunità.
Non ci è lecito guardare dall’altra parte, fratelli, e lasciare che tante donne,
specialmente adolescenti, siano “calpestate” nella loro dignità.
Diverse persone sono emigrate verso l’Amazzonia cercando un tetto, una terra e un
lavoro. Sono venute a cercare un futuro migliore per sé stesse e per le loro famiglie.
Hanno abbandonato la loro vita umile, povera ma dignitosa. Molte di loro, per la
promessa che certi lavori avrebbero messo fine a situazioni precarie, si sono basati
sul luccichio promettente dell’estrazione dell’oro. Però non dimentichiamo che l’oro
può diventare un falso dio che pretende sacrifici umani.
[…]