24 Gennaio 2022 | Messaggio

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA 56ma GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

Cari fratelli e sorelle!
Lo scorso anno abbiamo riflettuto sulla necessità di “andare e vedere” per scoprire
la realtà e poterla raccontare a partire dall’esperienza degli eventi e dall’incontro
con le persone. Proseguendo in questa linea, desidero ora porre l’attenzione su un
altro verbo, “ascoltare”, decisivo nella grammatica della comunicazione e condizione
di un autentico dialogo. […]
[…] Anche la realtà delle migrazioni forzate è una problematica complessa e
nessuno ha la ricetta pronta per risolverla. Ripeto che, per vincere i pregiudizi sui
migranti e sciogliere la durezza dei nostri cuori, bisognerebbe provare ad ascoltare
le loro storie. Dare un nome e una storia a ciascuno di loro. Molti bravi giornalisti lo
fanno già. E molti altri vorrebbero farlo, se solo potessero. Incoraggiamoli!
Ascoltiamo queste storie! Ognuno poi sarà libero di sostenere le politiche migratorie
che riterrà più adeguate al proprio Paese. Ma avremo davanti agli occhi, in ogni
caso, non dei numeri, non dei pericolosi invasori, ma volti e storie di persone
concrete, sguardi, attese, sofferenze di uomini e donne da ascoltare.
Ascoltarsi nella Chiesa
Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più
prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri. Noi cristiani
dimentichiamo che il servizio dell’ascolto ci è stato affidato da Colui che è l’uditore
per eccellenza, alla cui opera siamo chiamati a partecipare. «Noi dobbiamo
ascoltare attraverso l’orecchio di Dio, se vogliamo poter parlare attraverso la sua
Parola». Così il teologo protestante Dietrich Bonhoeffer ci ricorda che il primo
servizio che si deve agli altri nella comunione consiste nel prestare loro ascolto. Chi
non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno
Dio.
Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”. Ascoltare,
prima di parlare, come esorta l’apostolo Giacomo: «Ognuno sia pronto ad ascoltare,
lento a parlare» (1,19). Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare
le persone è il primo gesto di carità.
È stato da poco avviato un processo sinodale. Preghiamo perché sia una grande
occasione di ascolto reciproco. La comunione, infatti, non è il risultato di strategie e
programmi, ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle. Come in un
coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle
voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre
voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal
compositore, ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte e singole le
voci.
Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include,
possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare
con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare
l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone.
Roma, San Giovanni in Laterano, 24 gennaio 2022, Memoria di San Francesco di
Sales.