[…] Il secondo atteggiamento è quello del servizio. La comunità eucaristica, comunicando alla sorte di Gesù Servo, diventa essa stessa “serva”: mangiando il “corpo donato” diventa “corpo offerto per le moltitudini”. Ritornando continuamente alla “stanza superiore” (cfr At 1,13), grembo della Chiesa, dove Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli, i cristiani servono la causa del Vangelo inserendosi nei luoghi della debolezza e della croce per condividere e sanare. Sono tante situazioni nella Chiesa e nella società, su cui versare il balsamo della misericordia con opere spirituali e corporali: sono famiglie in difficoltà, giovani e adulti senza lavoro, malati e anziani soli, migranti segnati da fatiche e violenze – e respinti -, e anche altre povertà. In questi luoghi dell’umanità ferita i cristiani celebrano il memoriale della Croce e rendono vivo e presente il Vangelo del Servo Gesù consegnatosi per amore. I battezzati seminano così una cultura eucaristica facendosi servitori dei poveri, non in nome di una ideologia ma del Vangelo stesso, che diventa regola di vita dei singoli e delle comunità, come testimonia l’ininterrotta schiera di santi e sante della carità. […]