[…] La Chiesa nel vostro Paese è stata accanto alla sua gente sia prima sia dopo l’indipendenza, anche in questi anni di immensa sofferenza in cui milioni di persone hanno lasciato il paese per la frustrazione e la disperazione, in cui molte vite sono andate perse, in cui tante lacrime sono state versate. Nell’esercizio del vostro ministero profetico, avete dato una voce forte a tutte le persone in difficoltà nel vostro paese, specialmente agli oppressi e ai rifugiati. Penso in particolare alla vostra Lettera pastorale del 2007, Dio ascolta il grido degli oppressi: «Il popolo sofferente in Zimbabwe sta gemendo in agonia: “sentinella, quanto resta della notte?”». In essa avete mostrato come la crisi sia spirituale e insieme morale, estendendosi dai tempi coloniali al presente, e come le “strutture di peccato” inserite nell’ordine sociale siano in ultima analisi radicate nel peccato personale, esigendo da tutti una profonda conversione personale e un senso morale rinnovato illuminato dal Vangelo.[…]