5 Giugno 2021 | Discorso del Santo Padre

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI GIOVANI DEL “PROGETTO POLICORO” DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sala Clementina

(…) Il secondo verbo è abitare. Vi chiediamo di mostrarci che è possibile abitare
il mondo senza calpestarlo – è importante questo –: sarebbe una bella conquista
per tutti! Abitare la terra non vuol dire prima di tutto possederla, no, ma saper
vivere in pienezza le relazioni: relazioni con Dio, relazioni con i fratelli, relazioni
con il creato e con noi stessi (Lett. enc. Laudato si’, 210). Vi esorto ad amare i
territori in cui Dio vi ha posti, evitando la tentazione di fuggire altrove. Anzi,
proprio le periferie possono diventare laboratori di fraternità. Dalle periferie
spesso nascono esperimenti di inclusione: «da tutti, infatti, si può imparare
qualcosa, nessuno è inutile, nessuno è superfluo» (Lett. enc. Fratelli tutti, 215).
Possiate aiutare la comunità cristiana ad abitare la crisi della pandemia con
coraggio e con speranza. Dio non ci abbandona mai e noi possiamo diventare
segno della sua misericordia se sappiamo chinarci sulle povertà del nostro
tempo: sui giovani che non trovano lavoro, i cosiddetti Neet, su quelli che
soffrono la depressione, su quelli demotivati, su quelli stanchi nella vita, su quelli
che hanno smesso di sognare un mondo nuovo. E ci sono giovani che hanno
smesso di sognare. È triste, perché la vocazione di un giovane è sognare. Il
Servo di Dio Giorgio La Pira sosteneva che la disoccupazione è «uno sperpero di
forze produttive». [L’attesa della povera gente, LEF, Firenze 1978, 20] (…)