Ucraina: un viaggio nella Chiesa delle terre di confine

Ucraina: un viaggio nella Chiesa delle terre di confine

La vicinanza del Papa a chi soffre per la guerra

 

Un viaggio nelle terre di frontiera al confine con l’Ucraina. Un cammino a tappe, molte delle quali insieme a S.E. Monsignor Benoni Ambarus, Vescovo ausiliare di Roma con delega alla Carità, alla Pastorale dei migranti e l’incarico dell’Ufficio missionario diocesano e una equipe di Caritas Italiana, con a capo il Direttore, don Marco Pagniello.

Strade percorse per portare la presenza del Santo Padre alle popolazioni che soffrono e  accolgono. Destinazione: Moldavia, Romania e Polonia.

In Moldavia, dall’inizio della crisi in Ucraina, sono passati 350.000 profughi. La Chiesa locale, Caritas Moldavia, l’associazione Fides,  i Salesiani e altri enti della Chiesa cattolica, sta ospitando diverse centinaia di persone.

Ogni giorno arrivano tantissimi sfollati, vengono registrati e curati. La Chiesa offre servizi sanitari, supporto e assistenza per i documenti. Nei vari centri di accoglienza si incontrano donne con bambini, disabili e anziani.

In uno di questi centri conosco una donna anziana di 90 anni, Irina.

Ci viene incontro piano piano appoggiandosi al suo bastone. Si siede e ci racconta la sua storia.

A Odessa è rimasta sola, un vicino di casa l’ha accompagnata al confine dove è stata caricata su un pulmino e portata in sicurezza nel centro di accoglienza. Con sé non porta nulla, soltanto una statua della Vergine Maria che tiene in una borsa.

Irina ci mostra la statua, chiede una preghiera e una benedizione e racconta che la Vergine Maria è la sua amica; lei non ha mai lasciato quella statua, la porta con sé fin da quando era bambina.

In Romania l’accoglienza è attiva grazie a un dialogo costante con i volontari di lingua ucraina che coordinano insieme a Caritas il trasferimento dalla dogana al centro di ospitalità. Gli sfollati che arrivano in Romania sono per lo più ucraini ma con loro ci sono anche studenti indiani, nordafricani, giordani e provenienti da altri paesi del mondo.


Anche in Polonia, alla frontiera di Medyka, incontro altre donne, tante.

Una mamma di 6 figli è scappata con uno di loro affetto da una grave forma di mielopatia. La donna viene verso di me e agli operatori Caritas che io accompagno e ci implora di aiutarla per salvare il figlio. Gli operatori Caritas si attivano e trovano per lei e per il figlio un passaggio per l’Italia. Destinazione Policlinico Gemelli dove il piccolo potrà essere curato.

E poi c’è Elelna che ha lasciato Kiev dopo che hanno bombardato la sua casa. Il marito di 30 anni è dovuto restare in città.  Le abbraccio forte entrambe, piangiamo insieme.

In ogni tappa del viaggio è stato lasciato un dono da parte del Santo Padre ai vescoviche ci hanno accolto. Tutti si sono commossi. Sapere che il Papa è al loro fianco, prega e soffre con loro e per loro è una grande consolazione e dona loro la forza per continuare a portare Cristo anche nel dolore.

Elisa Batazzi
Officiale
Dicastero per il Servizio
dello Sviluppo Umano Integrale