Papa Francesco: “Per sanare questa piaga che sfrutta i più deboli, è necessario l’impegno di tutti”
In occasione della Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta degli esseri umani, celebrata l’8 febbraio in memoria di Santa Giuseppina Bakhita, suora sudanese, vittima di schiavitù, si sono svolti a Roma due eventi: una veglia di preghiera per le vittime della tratta e una marcia di sensibilizzazione “Insieme contro la tratta”, organizzata dalla Rete Internazionale della Vita Consacrata Talitha Kum.
La veglia di sabato 8 febbraio è stata presieduta dal Cardinale Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che, commentando il brano del Profeta Ezechiele, ha evidenziato che pregare significa chiedere un cuore nuovo per poter guardare e affrontare il problema da un’altra prospettiva. Dopo alcune testimonianze di persone che lavorano quotidianamente a stretto contatto con le vittime della tratta, si è pregato per tutti coloro che soffrono e per continuare a sperare che questo crimine contro l’umanità abbia presto fine. La celebrazione si è conclusa con un gesto altamente simbolico: ognuno ha legato il filo di lana ricevuto all’inizio della veglia con quello del suo vicino perché solo insieme si possono rompere le catene della schiavitù.
Domenica 9 febbraio, invece, decine di persone si sono radunate davanti a Castel Sant’Angelo con degli striscioni per dare voce a tutti coloro che sono costretti al lavoro forzato. La marcia si è conclusa in Piazza San Pietro dove il Santo Padre, durante l’Angelus, ha ricordato, ancora una volta, che la tratta di persone è una piaga che può essere sanata solo grazie all’aiuto di tutti, istituzioni, associazioni e agenzie educative.