Roma, 8 febbraio 2019 – «Preghiamo perché il Signore scaldi i cuori, orienti gli occhi a vedere le catene, incoraggi i piedi ad avvicinarsi a chi soffre, dia energia alle mani di coloro che vogliono la guarigione e la liberazione di quanti sono schiavizzati e oppressi» così padre Michael Czerny, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati, ha introdotto la Veglia “Insieme contro la tratta di persone” che si è tenuta nella basilica di Sant’Antonio a via Merulana in occasione della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, venerdì 8 febbraio. Poco prima nella basilica era stato proiettato il video con l’intenzione di preghiera del papa per il mese di febbraio, nel quale il Pontefice si è unito alla giornata di preghiera e riflessione per le vittime della tratta, della prostituzione forzata e della violenza.
Oltre alla preghiera, canti, danze e soprattutto testimonianze:
“Durante questi anni di servizio in strada ho notato una cosa bellissima:
spesso le ragazze ci confondono, a volte ci chiamano Caritas, a volte ci chiamano
amici di suor Carla, una santa suora che spende la vita con e per le ragazze di strada,
a volte Papa Giovanni, ciò che siamo. E la bellezza è proprio questa: per loro siamo
una cosa sola, una Chiesa sola, portiamo da loro le stesse cose: speranza che in Gesù si può rinascere”.
Enkolina, Comunità Papa Giovanni XXIII
“Questa esperienza ha toccato profondamente il mio cammino di
consacrata. Incontrare queste donne sfruttate e usate dal nostro ricco mondo e
scoprire in esse una grandissima dignità e un profondo desiderio di vita rinnovata,
nonostante tutto il male subito, mi fa tornare a casa ogni settimana con la consapevolezza
che è sempre di più quello che ricevo da loro, di quanto io possa dare”.
Testimonianza di servizio nel CPR di Ponte Galeria – Sr. Rosa Toccolini, Suore Francescane dell’Addolorata
“È bello ritrovarci a metà strada, tutte insieme, ogni venerdì pomeriggio,
e andare da queste ragazze vittime di violenza o provenienti da situazioni difficili.
Suore con carismi diversi, Istituti con finalità molteplici, differenti etnie, lingue e
colori diversi nei nostri abiti. Ma ci accomuna questo desiderio di fare qualcosa
di concreto per essere vicine a queste ragazze”.
Testimonianza di servizio nel CAS Roma di Sr. Maria Goretti, Sacra Famiglia di Nazareth
Nell’omelia Padre Gabriele Beltrami ha richiamato i presenti a “riscoprire questa compassione che parte “dal basso”, dalle fondamenta nascoste dell’esistenza, in grado di alimentare il fuoco della nostra missione verso e assieme a chi è vittima di quella catena inumana che è la tratta, «una piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, una piaga nella carne di Cristo» come l’ha definita papa Francesco”.
Restituire dignità a chi ne è stato privato: questo è il primo impegno di tanti volontari che in tutto il mondo lottano contro le moderne forme di schiavitù. Un impegno che, come ha affermato in chiusura padre Czerny, «in molti modi il Papa ha incoraggiato, stimolato, guidato e ora ci manda in missione per fare rete e rispondere alle sfide che ci attendono». Lo stesso Francesco ha richiamato questi concetti ieri dopo l’Angelus di domenica 10 febbraio ricordando la giornata contro la tratta da lui istituita cinque anni fa e lanciando l’ennesimo appello ai responsabili civili di tutti i Paesi.