(Roma) – Le Chiese rinnovano il loro impegno contro ogni forma di discriminazione. E’ il messaggio che emerge dalla “Conferenza internazionale Xenofobia, razzismo e nazionalismo populista nel contesto della migrazione globale”, organizzata a Roma dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e dal Consiglio Mondiale delle Chiese (WCC), in collaborazione con il Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, dal 18 a 20 settembre 2018.
Come ha sottolineato il Card. Peter Turkson, Prefetto del Dicastero vaticano, l’incontro ha inteso indagare “non tanto il fenomeno migratorio in quanto tale, le cause che ne sono alla radice o le diverse maniere in cui questa realtà viene vissuta e gestita, ma piuttosto il modo con cui le diverse società che entrano in contatto con le persone migranti si relazionano a questi ultimi”. In altre parole, ci si è interrogati “su come le società di accoglienza si interfacciano con i nuovi arrivati, sullo sguardo che portano sullo straniero, sull’altro, sul diverso da sé per tanti aspetti, e sui sentimenti e i conseguenti comportamenti che emergono nei confronti dello stesso”. Se, infatti, per definire il mondo contemporaneo si sente spesso usare l’espressione “villaggio globale”, è vero che – ha concluso Turkson citando la Lettera enciclica Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI – “la società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli”.
La Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha posto l’attenzione sulle sfide a cui le Chiese e le comunità sono chiamate relativamente alle migrazioni internazionali. La Santa Sede, ha ricordato P. Fabio Baggio, CS, Sotto-Segretario del Dicastero – Sezione Migranti e Rifugiati, punta “a misure efficaci che costituiscano una risposta integrale alle sfide migratorie globali. In accordo con gli insegnamenti di Papa Francesco, i punti sono raggruppati nei quattro verbi accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Si tratta di versi attivi, che richiamano all’azione. Partendo da ciò che è al momento possibile, il loro scopo principale è la costruzione di una casa comune inclusiva e sostenibile per tutti”.
Per rispondere a tali sfide, Mons. Bruno-Marie Duffé, Segretario del Dicastero, ha esortato le Chiese presenti a “guardare insieme alla nostra storia cristiana, che nelle sue radici porta il valore della carità e dell’accoglienza verso tutti, soprattutto verso coloro che si trovano nel bisogno, percorrendo un comune cammino di riflessione e dialogo”. Una tappa di questo percorso tra il WCC e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha riguardato il meeting preparatorio svoltosi a Roma nel dicembre 2017.
Come Papa Francesco ha ricordato nel marzo 2018 ai membri dell’International Catholic Migration Commission, “la liberazione dei miseri, degli oppressi e dei perseguitati è parte integrante, oggi come ieri, della missione che Dio ha affidato alla Chiesa”.
Nel Messaggio finale della conferenza i partecipanti, che saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco giovedì 20 settembre alle ore 9.30, auspicano che le Chiese continuino “a essere luoghi di memoria, speranza e amore”, per contrastare le strategie dei nazionalismi populisti che mirano, invece, a far crescere paura ed esclusione.
(Messaggio finale allegato in inglese)