A nome di Papa Francesco, vorrei porgere i miei più cordiali saluti a tutti i
partecipanti riuniti per il 9° Forum Mondiale dell’Acqua, che ha come tema La
sicurezza dell’acqua per la pace e lo sviluppo . È bene sottolineare l’importanza
della questione, posto che le sfide attuali e future che la riguardano per la nostra
umanità sono numerose.
Il nostro mondo ha sete di pace, di questo bene indivisibile che necessita dello
sforzo e del contributo costante di ognuno e che si fonda soprattutto sul
soddisfacimento dei bisogni essenziali e vitali di ogni persona umana.
La sicurezza dell’acqua è oggi minacciata da diversi fattori, in particolare
l’inquinamento, i conflitti, il cambiamento climatico e lo sfruttamento abusivo delle
risorse naturali. L’acqua costituisce pertanto una preziosa carta vincente per la
pace. Per questo non la si può considerare semplicemente come un bene privato,
generatore di profitto mercantile e soggetto alle leggi del mercato.
Inoltre il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienici è strettamente legato al diritto
alla vita, che è radicato nella dignità inalienabile della persona umana e costituisce
una condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. L’accesso all’acqua e ai servizi
igienici costituisce in realtà un «diritto umano essenziale, fondamentale e
universale, perché determina la sopravvivenza delle persone». Di conseguenza il
mondo ha «un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua
potabile» (Francesco, Enciclica Laudato si’ , n. 30.), ma anche verso tutti coloro per
i quali le sorgenti d’acqua potabile tradizionali sono state inquinate al punto da
renderle pericolose, distrutte dalle armi e rese inutilizzabili, o ancora prosciugate in
seguito a una cattiva gestione forestale.
Oggi più di due miliardi di persone si vedono private di un accesso all’acqua potabile
e/o ai servizi igienici. Pensiamo a tutte le conseguenze concrete che ciò può avere
in particolare per i pazienti dei centri sanitari, per le donne partorienti, per i
prigionieri, i rifugiati, gli sfollati.
Rivolgo un appello a tutti i responsabili e i dirigenti politici, economici, alle diverse
amministrazioni, e a quanti sono in grado di orientare la ricerca, i finanziamenti,
l’educazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e dell’acqua in particolare,
affinché abbiano a cuore di servire degnamente il bene comune, con
determinazione, integrità e con spirito di cooperazione (Cfr. Discorso ai partecipanti
al 3° Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, 5 novembre 2016).
Sottolineiamo inoltre che «affrontare la carenza idrica e migliorare la gestione delle
risorse idriche, in particolare da parte delle comunità, può contribuire a creare
maggiore coesione sociale e solidarietà» (Aqua fons vitae, n. 26), a iniziare dei
processi (Cfr. Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 223), a
intessere legami. Di fatto, l’acqua è per noi un dono di Dio e un’eredità comune la
cui destinazione universale va assicurata per ogni generazione.
Inoltre, è un dato di fatto che «le acque dolci, sia di superficie che sotterranee,
sono in gran parte transfrontaliere. [Di conseguenza]… quali condizioni di pace si
otterrebbero se i Paesi potessero collaborare in questo campo in varie aree del
mondo più di quanto non avvenga attualmente […] La presenza di comprovati
meccanismi di cooperazione transfrontaliera nel settore idrico è un importante
contributo alla pace e alla prevenzione dei conflitti armati» (Aqua fons vitae, n. 27).
A tale proposito come non pensare al fiume Senegal, ma anche al Niger, al Nilo e
agli altri grandi fiumi che attraversano molti Paesi? In tutte queste situazioni,
l’acqua deve diventare un simbolo di accoglienza e di benedizione, un motivo di
incontro e di collaborazione che faccia crescere la fiducia reciproca e la fratellanza.
Ricordiamo che «all’origine di quella che, in senso cosmico, chiamiamo “natura”’, vi
è un disegno di amore e di verità [e che] il mondo non è il prodotto di una
qualsivoglia necessità, di un destino cieco o del caso». Gestire l’acqua in maniera
sostenibile e con istituzioni efficienti e solidali non costituisce dunque solo un
contributo alla pace; è anche un modo di riconoscere questo dono del creato che ci
è affidato affinché insieme ce ne prendiamo cura.
Papa Francesco vi assicura della sua preghiera affinché questo Forum Mondiale
dell’Acqua sia l’occasione per lavorare insieme alla realizzazione del diritto all’acqua
potabile e ai servizi igienici per ogni persona umana, e affinché contribuisca così a
fare dell’acqua un vero simbolo di condivisione, dialogo costruttivo e responsabile a
favore di una pace duratura, in quanto edificata sulla fiducia.
Cardinale Pietro Parolin
Segretario di Stato di Sua Santità