1 Maggio 2020 | Omelia

CELEBRAZIONE MATTUTINA TRASMESSA IN DIRETTA DALLA CAPPELLA DI CASA SANTA MARTA OMELIA

[…] Nella storia abbiamo letto le brutalità che facevano con gli schiavi: li
portavano dall’Africa in America – penso a quella storia che tocca la mia terra – e
noi diciamo: “Quanta barbarie!”. Ma anche oggi ci sono tanti schiavi, tanti uomini
e donne che non sono liberi di lavorare: sono costretti a lavorare per
sopravvivere, niente di più. Sono schiavi: i lavori forzati… Ci sono lavori forzati,
ingiusti, malpagati e che portano l’uomo a vivere con la dignità calpestata. Sono
tanti, tanti nel mondo. Tanti. Nei giornali alcuni mesi fa abbiamo letto, in un
Paese dell’Asia, come un signore aveva ucciso a bastonate un suo dipendente
che guadagnava meno di mezzo dollaro al giorno, perché aveva fatto male una
cosa. La schiavitù di oggi è la nostra “in-dignità”, perché toglie la dignità
all’uomo, alla donna, a tutti noi. “No, io lavoro, io ho la mia dignità”. Sì, ma i tuoi
fratelli, no. “Sì, Padre, è vero, ma questo, siccome è tanto lontano, a me fa fatica
capirlo. Ma qui da noi…”. Anche qui, da noi. Qui, da noi. Pensa ai lavoratori, ai
giornalieri, che tu fai lavorare per una retribuzione minima e non otto, ma dodici,
quattordici ore al giorno: questo succede oggi, qui. In tutto il mondo, ma anche
qui. Pensa alla domestica che non ha retribuzione giusta, che non ha assistenza
sociale di sicurezza, che non ha capacità di pensione: questo non succede in Asia
soltanto. […]