Cari amici,
è con gioia che vi rivolgo questo saluto affettuoso durante questo incontro
organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, insieme
ad altre istanze della Santa Sede, per discutere e riflettere sui gravissimi
problemi che ancora oggi affliggono le amate popolazioni di Siria, Iraq e Paesi
limitrofi.
Ogni sforzo – piccolo o grande – fatto per favorire il processo di pace, è come
mettere un mattone nella costruzione di una società giusta, che si apra
all’accoglienza, e dove tutti possano trovare un luogo per dimorare in pace. Il
mio pensiero va soprattutto alle persone che hanno dovuto lasciare le proprie
case per sfuggire agli orrori della guerra, alla ricerca di condizioni di vita migliore
per sé e per i propri cari. In particolare, ricordo i cristiani costretti ad
abbandonare i luoghi dove sono nati e cresciuti, dove si è sviluppata e arricchita
la loro fede. Bisogna fare in modo che la presenza cristiana, in queste terre,
continui ad essere ciò che è sempre stata: un segno di pace, di progresso, di
sviluppo e di riconciliazione tra le persone e i popoli.
In secondo luogo, il mio pensiero va ai rifugiati che vogliono rientrare nel loro
paese. Rivolgo un appello alla comunità internazionale, perché si faccia ogni
sforzo per favorire questo rientro, garantendo le condizioni di sicurezza e le
condizioni economiche necessarie perché ciò si possa avverare. Ogni gesto, ogni
sforzo in questa direzione è prezioso.
Un’ultima riflessione sull’opera delle agenzie cattoliche che sono impegnate negli
aiuti umanitari. Un pensiero di incoraggiamento a tutti voi, che, sull’esempio del
Buon Samaritano, vi adoperate senza riserve per accogliere, curare,
accompagnare i migranti e gli sfollati in queste terre, senza distinzione di credo e
di appartenenza. Come ho avuto modo di dire tante volte, la Chiesa non è una
ONG. La nostra azione caritatevole dev’essere ispirata dal e al Vangelo. Questi
aiuti devono essere un segno tangibile della carità di una Chiesa locale che aiuta
un’altra Chiesa che sta soffrendo, tramite questi mezzi meravigliosi che sono le
agenzie cattoliche di aiuto umanitario e di sviluppo. Una Chiesa che aiuta
un’altra Chiesa!
Per terminare, voglio farvi sapere che quando vi trovate a operare in questi
luoghi, non siete soli! Tutta la Chiesa si fa uno, per andare incontro all’uomo
ferito incappato nei briganti lungo il cammino da Gerusalemme a Gerico. Nel
vostro lavoro, vi accompagnerà sempre la mia benedizione, che oggi vi
impartisco volentieri, perché questo incontro porti nei vostri Paesi frutti
abbondanti di prosperità, di sviluppo e di pace, per una vita nuova. Grazie!