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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

APPELLO
[…] Preghiamo anche per la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa, ricordando tutti i defunti, i feriti e i profughi. Possa la Comunità internazionale trovare soluzioni pacifiche alla difficile situazione in Libia.[…]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

APPELLO
Seguo con preoccupazione le notizie giunte da Lampedusa, dove si contano altri morti tra gli immigrati a causa del freddo lungo la traversata del Mediterraneo. Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso.[…]

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PAPA FRANCESCO ANGELUS

Dopo l’Angelus:

Cari fratelli e sorelle,
oggi, 8 febbraio, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la Suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima della tratta, le Unioni delle Superiore e dei Superiori Generali degli Istituti religiosi hanno promosso la Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone. Incoraggio quanti sono impegnati ad aiutare uomini, donne e bambini schiavizzati, sfruttati, abusati come strumenti di lavoro o di piacere e spesso torturati e mutilati. Auspico che quanti hanno responsabilità di governo si adoperino con decisione a rimuovere le cause di questa vergognosa piaga, una piaga indegna di una società civile. Ognuno di noi si senta impegnato ad essere voce di questi nostri fratelli e sorelle, umiliati nella loro dignità. Preghiamo tutti insieme la Madonna, per loro e per i loro familiari. (Ave Maria) […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PREFETTI DI DIVERSE CITTÀ D’ITALIA

[…] In questi anni, caratterizzati dalla particolare incidenza del movimento migratorio, legata all’aumento nel mondo di violenti conflitti con le loro tragiche conseguenze sulle persone e sulle economie di tanti Paesi, rivestono una particolare delicatezza le competenze prefettizie in materia di immigrazione. Esse comportano l’esigenza di individuare nella quotidiana gestione delle situazioni, spesso d’emergenza, quella corretta applicazione delle norme, che garantisca, insieme con la fedeltà al dettato della legge e delle altre disposizioni vigenti, lo scrupoloso rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona umana. E qui, rifacendomi a quanto detto dal Signor Ministro, vorrei esprimere viva riconoscenza per l’impegno profuso da voi Prefetti nel coordinare l’accoglienza delle migliaia di uomini, donne e bambini giunti sulle coste italiane. […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DI GRECIA, IN VISITA “AD LIMINA APOSTOLORUM”

[…] Tale diaconia della fraternità da una parte postula la custodia e il rafforzamento delle tradizioni culturali e delle radici cristiane della società ellenica, dall’altra richiede apertura verso i valori culturali e spirituali di cui sono portatori i numerosi migranti, in spirito di sincera accoglienza verso questi fratelli e sorelle, senza distinzione di razza, di lingua o di credo religioso. Le vostre comunità cristiane, mostrandosi veramente unite fra di loro e al tempo stesso aperte all’incontro e all’accoglienza, specialmente verso i più disagiati, possono contribuire realmente a trasformare la società, al fine di renderla più conforme all’ideale evangelico. Mi rallegra sapere che siete già impegnati in questa azione pastorale e caritativa, soprattutto in favore degli immigrati, anche irregolari, molti dei quali sono cattolici. Vi incoraggio di tutto cuore a proseguire con un rinnovato slancio evangelizzatore, coinvolgendo in questa opera specialmente i giovani: essi sono il futuro della Nazione.[…]

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INCONTRO CON LE FAMIGLIE DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…] I pesi che gravano sulla vita della famiglia oggi sono molti. Qui nelle Filippine, innumerevoli famiglie soffrono ancora le conseguenze dei disastri naturali. La situazione economica ha provocato la frammentazione delle famiglie con l’emigrazione e la ricerca di un impiego, inoltre problemi finanziari assillano molti focolari domestici. Mentre fin troppe persone vivono in estrema povertà, altri vengono catturati dal materialismo e da stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana. Queste sono le colonizzazioni ideologiche. La famiglia è anche minacciata dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita. […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN OCCASIONE DEGLI AUGURI DEL CORPO DIPLOMATICO ACCREDITATO PRESSO LA SANTA SEDE

[…] Simili forme di brutalità, che non di rado mietono vittime fra i più piccoli e gli indifesi, non mancano purtroppo neanche in altre parti del mondo. Penso in modo particolare alla Nigeria, dove non cessano le violenze che colpiscono indiscriminatamente la popolazione, ed è in continua crescita il tragico fenomeno dei sequestri di persone, sovente di giovani ragazze rapite per essere fatte oggetto di mercimonio. È un esecrabile commercio che non può continuare! Una piaga che occorre sradicare poiché colpisce tutti noi dalle singole famiglie all’intera comunità mondiale (cfr Discorso ai nuovi Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 12 dicembre 2013). […]

[…] Accanto alle vite scartate a causa delle guerre o delle malattie, vi sono quelle di numerosi profughi e rifugiati. Ancora una volta i risvolti si comprendono attingendo all’infanzia di Gesù, che testimonia un’altra forma della cultura dello scarto che danneggia i rapporti e “scioglie” la società. Infatti, di fronte alla brutalità di Erode, la Santa Famiglia è costretta a fuggire in Egitto, da dove potrà ritornare solo alcuni anni dopo (cfr Mt 2,13-15). La conseguenza delle situazioni di conflitto poc’anzi descritte è spesso la fuga di migliaia di persone dalla propria terra d’origine. A volte non si va tanto in cerca di un futuro migliore, ma semplicemente di un futuro, poiché rimanere nella propria patria può significare una morte certa. Quante persone perdono la vita in viaggi disumani, sottoposte alle angherie di veri e propri aguzzini avidi di denaro? Ne ho fatto cenno nel corso della mia recente visita al Parlamento Europeo, ricordando che «non si può tollerare che il Mare Mediterraneo divenga un grande cimitero» (Discorso al Parlamento Europeo, Strasburgo, 25 novembre 2014).Vi è poi un altro dato allarmante: molti migranti, soprattutto nelle Americhe, sono bambini soli, più facile preda dei pericoli, necessitando di maggiore cura, attenzione e protezione.

Giunti spesso senza documenti in terre sconosciute di cui non parlano la lingua, è difficile per i migranti venire accolti e trovare lavoro. Oltre alle incertezze della fuga, essi sono costretti ad affrontare anche il dramma del rifiuto. È dunque necessario un cambio di atteggiamento nei loro confronti, per passare dal disinteresse e dalla paura ad una sincera accettazione dell’altro. Ciò naturalmente richiede di «mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini (…) e garantire l’accoglienza dei migranti» (ibid.). Nel ringraziare quanti, anche al costo della vita, si adoperano per portare soccorso ai rifugiati e ai migranti, esorto tanto gli Stati quanto le Organizzazioni internazionali ad agire con impegno per risolvere tali gravi situazioni umanitarie e a fornire ai Paesi di origine dei migranti aiuti per favorirne lo sviluppo socio-politico e il superamento dei conflitti interni, che sono la causa principale di tale fenomeno. «È necessario agire sulle cause e non solo sugli effetti» (ibid.). Peraltro, ciò consentirà ai migranti di tornare un giorno nella propria patria e contribuire alla sua crescita e al suo sviluppo.

Ma accanto ai migranti, ai profughi e ai rifugiati, vi sono tanti altri «esiliati nascosti» (Angelus, 29 dicembre 2013), che vivono all’interno delle nostre case e delle nostre famiglie. Penso soprattutto agli anziani e ai diversamente abili, come pure ai giovani. I primi sono oggetto di rifiuto quando vengono ritenuti un peso e «presenze ingombranti» (ibid.), mentre gli ultimi sono scartati negando loro concrete prospettive lavorative per costruirsi il proprio avvenire. D’altra parte non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro(cfr Discorso ai partecipanti all’incontro mondiale dei Movimenti Popolari, 28 ottobre 2014), e che rende il lavoro una forma di schiavitù. È quanto ho inteso richiamare nel corso di un recente incontro con i movimenti popolari, che si adoperano con dedizione per ricercare soluzioni adeguate ad alcuni problemi del nostro tempo, quali la piaga sempre più estesa della disoccupazione giovanile e del lavoro nero, e il dramma di tanti lavoratori, specialmente bambini, sfruttati per avidità. Tutto ciò è contrario alla dignità umana e deriva da una mentalità che pone al centro il denaro, i benefici e i profitti economici a scapito dell’uomo stesso. […]

[…] Una eloquente testimonianza che la cultura dell’incontro è possibile, l’ho sperimentata nel corso della mia visita in Albania, una Nazione piena di giovani, che sono speranza per il futuro. Nonostante le ferite sofferte nella storia recente, il Paese è caratterizzato dalla «pacifica convivenza e collaborazione tra gli appartenenti a diverse religioni» (Discorso alle Autorità, Tirana, 21 settembre 2014) in un clima di rispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi e musulmani. È un segno importante che una fede in Dio sincera apre all’altro, genera dialogo e opera per il bene, mentre la violenza nasce sempre da una mistificazione della religione stessa, assunta a pretesto di progetti ideologici che hanno come unico scopo il dominio dell’uomo sull’uomo. Parimenti, nel recente viaggio in Turchia, storico ponte fra Oriente e Occidente, ho potuto constatare i frutti del dialogo ecumenico e interreligioso, nonché l’impegno verso i profughi provenienti dagli altri Paesi del Medio Oriente. Ho ritrovato tale spirito di accoglienza anche in Giordania, che ho visitato all’inizio del mio pellegrinaggio in Terra Santa, come pure attraverso le testimonianze giunte dal Libano, al quale auspico di superare le attuali difficoltà politiche. […]

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OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

[…] E allora ci possiamo chiedere: qual è il mistero in cui Dio si nasconde? Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone… In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c’è Gesù (cfr Mt 25,40.45). Il presepe ci prospetta una strada diversa da quella vagheggiata dalla mentalità mondana: è la strada dell’abbassamento di Dio, quell’umiltà dell’amore di Dio si abbassa, si annienta, la sua gloria nascosta nella mangiatoia di Betlemme, nella croce sul calvario, nel fratello e nella sorella che soffre. […]

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MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL SANTO PADRE FRANCESCO NATALE 2014

[…] A Lui, Salvatore del mondo, domando oggi che guardi i nostri fratelli e sorelle dell’Iraq e della Siria che da troppo tempo soffrono gli effetti del conflitto in corso e, insieme con gli appartenenti ad altri gruppi etnici e religiosi, patiscono una brutale persecuzione. Il Natale porti loro speranza, come ai numerosi sfollati, profughi e rifugiati, bambini, adulti e anziani, della Regione e del mondo intero; muti l’indifferenza in vicinanza e il rifiuto in accoglienza, perché quanti ora sono nella prova possano ricevere i necessari aiuti umanitari per sopravvivere alla rigidità dell’inverno, fare ritorno nei loro Paesi e vivere con dignità. Possa il Signore aprire alla fiducia i cuori e donare la sua pace a tutto il Medio Oriente, a partire dalla Terra benedetta dalla sua nascita, sostenendo gli sforzi di coloro che si impegnano fattivamente per il dialogo fra Israeliani e Palestinesi.[…]

[…]Gesù salvi i troppi fanciulli vittime di violenza, fatti oggetto di mercimonio e della tratta delle persone, oppure costretti a diventare soldati; bambini, tanti bambini abusati. Dia conforto alle famiglie dei bambini uccisi in Pakistan la settimana scorsa. Sia vicino a quanti soffrono per le malattie, in particolare alle vittime dell’epidemia di Ebola, soprattutto in Liberia, in Sierra Leone e in Guinea. Mentre di cuore ringrazio quanti si stanno adoperando coraggiosamente per assistere i malati ed i loro familiari, rinnovo un pressante invito ad assicurare l’assistenza e le terapie necessarie.

Gesù Bambino. Il mio pensiero va a tutti i bambini oggi uccisi e maltrattati, sia a quelli che lo sono prima di vedere la luce, privati dell’amore generoso dei loro genitori e seppelliti nell’egoismo di una cultura che non ama la vita; sia a quei bambini sfollati a motivo delle guerre e delle persecuzioni, abusati e sfruttati sotto i nostri occhi e il nostro silenzio complice; e ai bambini massacrati sotto i bombardamenti, anche là dove il figlio di Dio è nato. Ancora oggi il loro silenzio impotente grida sotto la spada di tanti Erode. Sopra il loro sangue campeggia oggi l’ombra degli attuali Erode. Davvero tante lacrime ci sono in questo Natale insieme alle lacrime di Gesù Bambino! […]

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LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI CRISTIANI DEL MEDIO ORIENTE

[…] Nel rivolgermi a voi, non posso dimenticare anche altri gruppi religiosi ed etnici che pure subiscono la persecuzione e le conseguenze di tali conflitti. Seguo quotidianamente le notizie dell’enorme sofferenza di molte persone nel Medio Oriente. Penso specialmente ai bambini, alle mamme, agli anziani, agli sfollati e ai rifugiati, a quanti patiscono la fame, a chi deve affrontare la durezza dell’inverno senza un tetto sotto il quale proteggersi. Questa sofferenza grida verso Dio e fa appello all’impegno di tutti noi, nella preghiera e in ogni tipo di iniziativa. A tutti voglio esprimere la vicinanza e la solidarietà mia e della Chiesa, e offrire una parola di consolazione e di speranza. […]