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VISITA AL TEMPIO VALDESE PAROLE DEL SANTO PADRE

[…] Incoraggiati da questi passi, siamo chiamati a continuare a camminare insieme. Un ambito nel quale si aprono ampie possibilità di collaborazione tra valdesi e cattolici è quello dell’evangelizzazione. Consapevoli che il Signore ci ha preceduti e sempre ci precede nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), andiamo insieme incontro agli uomini e alle donne di oggi, che a volte sembrano così distratti e indifferenti, per trasmettere loro il cuore del Vangelo ossia «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36). Un altro ambito in cui possiamo lavorare sempre di più uniti è quello del servizio all’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti. Grazie per quello che Lei ha detto sui migranti. Dall’opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi deriva l’esigenza di testimoniare il volto misericordioso di Dio che si prende cura di tutti e, in particolare, di chi si trova nel bisogno. La scelta dei poveri, degli ultimi, di coloro che la società esclude, ci avvicina al cuore stesso di Dio, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9), e, di conseguenza, ci avvicina di più gli uni agli altri. Le differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche, che continuano ad esistere tra cattolici e valdesi, non ci impediscano di trovare forme di collaborazione in questi ed altri campi. Se camminiamo insieme, il Signore ci aiuta a vivere quella comunione che precede ogni contrasto.[…]

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INCONTRO CON I RAGAZZI E I GIOVANI DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…] E passo a dare la risposta alla domanda di Luigi: lui parlava di un progetto di condivisione, cioè di collegamento, di costruzione. Noi dobbiamo andare avanti con i nostri progetti di costruzione, e questa vita non delude. Se tu ti coinvolgi lì, in un progetto di costruzione, di aiuto – pensiamo ai bambini di strada, ai migranti, a tanti che hanno bisogno, ma non soltanto per dar loro da mangiare un giorno, due giorni, ma per promuoverli con l’educazione, con l’unità nella gioia degli Oratori e tante cose, ma cose che costruiscono, allora quel senso di sfiducia nella vita si allontana, se ne va. Cosa devo fare per questo? Non andare in pensione troppo presto: fare. Fare. E dirò una parola: fare controcorrente. Fare controcorrente. Per voi giovani che vivete questa situazione economica, anche culturale, edonista, consumista con i valori da “bolle di sapone”, con questi valori non si va avanti. Fare cose costruttive, anche se piccole, ma che ci riuniscano, ci uniscano tra noi, con i nostri ideali: questo è il migliore antidoto contro questa sfiducia della vita, contro questa cultura che ti offre soltanto il piacere: passarsela bene, avere i soldi e non pensare ad altre cose. […]

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INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…] l lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e anche per l’inclusione sociale. Torino è storicamente un polo di attrazione lavorativa, ma oggi risente fortemente della crisi: il lavoro manca, sono aumentate le disuguaglianze economiche e sociali, tante persone si sono impoverite e hanno problemi con la casa, la salute, l’istruzione e altri beni primari. L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce![…]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

APPELLI

[…] Sabato prossimo ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato, promossa dalle Nazioni Unite. Preghiamo per tanti fratelli e sorelle che cercano rifugio lontano dalla loro terra, che cercano una casa dove poter vivere senza timore, perché siano sempre rispettati nella loro dignità. Incoraggio l’opera di quanti portano loro un aiuto e auspico che la comunità internazionale agisca in maniera concorde ed efficace per prevenire le cause delle migrazioni forzate. E vi invito tutti a chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca una famiglia, che cerca di essere custodita.[…]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI AL SEMINARIO MONDIALE DEI CAPPELLANI CATTOLICI DELL’AVIAZIONE CIVILE, PROMOSSO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI

[…] L’aeroporto è luogo di incontro di tante persone che viaggiano, per lavoro, per turismo, per altre necessità; vi transitano migranti e rifugiati, bambini e anziani, persone che hanno bisogno di cure e attenzioni speciali. E poi ci sono le persone che lavorano lì, ogni giorno, con le loro situazioni personali e professionali. Vi è anche il preoccupante numero di passeggeri senza documenti – spesso rifugiati e richiedenti asilo -, che sono detenuti nei locali aeroportuali per brevi o lunghi periodi, a volte senza adeguata assistenza umana e spirituale. […]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

Saluti:

[…] Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto […] e i profughi cristiani del Ghana e della Nigeria, ospiti della Cooperativa Auxilium di Potenza. A tutti auguro che la visita alle Tombe degli Apostoli dia nuovo slancio alla fede e alla solidarietà specialmente verso i più bisognosi. […

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SANTA MESSA OMELIA DEL SANTO PADRE

[…] C’è chi questo clima vuole crearlo e fomentarlo deliberatamente, in particolare coloro che cercano lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi. Ma la guerra significa bambini, donne e anziani nei campi profughi; significa dislocamenti forzati; significa case, strade, fabbriche distrutte; significa soprattutto tante vite spezzate. Voi lo sapete bene, per averlo sperimentato proprio qui: quanta sofferenza, quanta distruzione, quanto dolore! Oggi, cari fratelli e sorelle, si leva ancora una volta da questa città il grido del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra! […]

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INCONTRO CON I GIOVANI DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…]Conosco i dubbi e le speranze che portate nel cuore. Ce li hanno ricordati il Vescovo Mons. Marko Semren e i vostri rappresentanti, Darko e Nadežda. In particolare, condivido l’auspicio che alle nuove generazioni siano assicurate reali prospettive per un futuro dignitoso nel Paese, evitando così il triste fenomeno dell’esodo. A tale riguardo le Istituzioni sono chiamate a mettere in atto opportune e coraggiose strategie per favorire i giovani nella realizzazione delle loro legittime aspirazioni; in questo modo essi saranno in grado di contribuire fattivamente all’edificazione e alla crescita del Paese. La Chiesa, da parte sua, può dare il suo apporto con adeguati progetti pastorali, focalizzati sulla formazione della coscienza civica e morale della gioventù, aiutandola così ad essere protagonista della vita sociale. Questo impegno della Chiesa è già in atto, specialmente attraverso la preziosa opera delle scuole cattoliche, giustamente aperte non solo agli studenti cattolici, ma anche a quelli di altre confessioni cristiane e altre religioni. Tuttavia, la Chiesa deve sentirsi chiamata ad osare sempre di più, partendo dal Vangelo e spinta dallo Spirito Santo che trasforma le persone, la società e la Chiesa stessa.[…]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AGLI ECC.MI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA REPUBBLICA DOMINICANA, IN VISITA “AD LIMINA APOSTOLORUM”

[…] L’attenzione pastorale e caritativa verso gli immigranti, soprattutto quelli provenienti dalla vicina Haiti, che cercano migliori condizioni di vita nel territorio dominicano, non ammette l’indifferenza dei pastori della Chiesa. È necessario continuare a collaborare con le autorità civili per trovare soluzioni concrete ai problemi di quanti sono privati dei documenti o del godimento dei loro diritti fondamentali. È inammissibile non promuovere iniziative di fraternità e di pace tra le due nazioni che danno forma a questa bella Isola dei Caraibi. È importante saper integrare gli immigranti nella società e accoglierli nella comunità ecclesiale. Vi ringrazio perché state vicini a loro e a tutti quelli che soffrono, come gesto dell’amorevole sollecitudine per il fratello che si sente solo e abbandonato, con il quale Cristo si è identificato.

Conosco i vostri sforzi e le vostre preoccupazioni per affrontare in modo adeguato i gravi problemi che affliggono i vostri popoli, quali il traffico di droghe e di persone, la corruzione, la violenza domestica, l’abuso e lo sfruttamento dei minori e l’insicurezza sociale. Sulla base dell’intima connessione che esiste tra evangelizzazione e promozione umana, ogni azione della Chiesa Madre deve ricercare e curare il bene dei più bisognosi. Tutto ciò che si farà in tal senso accrescerà la presenza del Regno di Dio che ha portato Gesù Cristo, e allo stesso tempo darà credibilità alla Chiesa e rilevanza alla voce dei suoi pastori. […]

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LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CURA DELLA CASA COMUNE

25. […] Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. E’ tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile.[…]