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PAPA FRANCESCO ANGELUS

[…] Vi confesso che questa profezia del popolo in cammino l’ho confrontata anche con le immagini dei profughi in marcia sulle strade dell’Europa, una realtà drammatica dei nostri giorni. Anche a loro Dio dice: «Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni». Anche queste famiglie più sofferenti, sradicate dalle loro terre, sono state presenti con noi nel Sinodo, nella nostra preghiera e nei nostri lavori, attraverso la voce di alcuni loro Pastori presenti in Assemblea. Queste persone in cerca di dignità, queste famiglie in cerca di pace rimangono ancora con noi, la Chiesa non le abbandona, perché fanno parte del popolo che Dio vuole liberare dalla schiavitù e guidare alla libertà.

Dunque, in questa Parola di Dio, si rispecchia sia l’esperienza sinodale che abbiamo vissuto, sia il dramma dei profughi in marcia sulle strade dell’Europa. Il Signore, per intercessione della Vergine Maria, ci aiuti anche ad attuarla in stile di fraterna comunione. […]

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OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

[…] La solitudine, il dramma che ancora oggi affligge tanti uomini e donne. Penso agli anziani abbandonati perfino dai loro cari e dai propri figli; ai vedovi e alle vedove; ai tanti uomini e donne lasciati dalla propria moglie e dal proprio marito; a tante persone che di fatto si sentono sole, non capite e non ascoltate; ai migranti e ai profughi che scappano da guerre e persecuzioni; e ai tanti giovani vittime della cultura del consumismo, dell’usa e getta e della cultura dello scarto. […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DAL “BANCO ALIMENTARE”

[…] La fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e la dignità di tante persone – uomini, donne, bambini e anziani −. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato, in un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere; e questo non solo nei Paesi poveri, ma sempre più anche nelle società ricche e sviluppate. La situazione è aggravata dall’aumento dei flussi migratori, che portano in Europa migliaia di profughi, fuggiti dai loro Paesi e bisognosi di tutto. Davanti a un problema così smisurato, risuonano le parole di Gesù: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25,35). Vediamo nel Vangelo che il Signore, quando si accorge che le folle venute per ascoltarlo hanno fame, non ignora il problema, e neppure fa un bel discorso sulla lotta alla povertà, ma compie un gesto che lascia tutti stupiti: prende quel poco che i discepoli hanno portato con sé, lo benedice, e moltiplica i pani e i pesci, tanto che alla fine «portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati» (Mt 14,20-21). […]

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SANTA MESSA CON VESCOVI, SACERDOTI E RELIGIOSI DELLA PENNSYLVANIA OMELIA DEL SANTO PADRE

[…] Tale storia si vede nei molti santuari che punteggiano questa città, e le numerose chiese parrocchiali i cui campanili parlano della presenza di Dio in mezzo alle nostre comunità. Si vede nello sforzo di tutti quei sacerdoti, religiosi e laici che, con dedizione, per più di due secoli, si sono occupati delle necessità spirituali dei poveri, degli immigrati, dei malati e dei carcerati. E si vede nelle centinaia di scuole in cui fratelli e sorelle religiosi hanno insegnato ai bambini a leggere e scrivere, ad amare Dio e il prossimo, e a contribuire come buoni cittadini alla vita della società statunitense. Tutto questo è una grande eredità che voi avete ricevuto, e che siete chiamati ad arricchire e trasmettere. […]

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INCONTRO CON I BAMBINI E LE FAMIGLIE DI IMMIGRATI VISITA ALLA SCUOLA “NOSTRA SIGNORA, REGINA DEGLI ANGELI” DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…] Molto vicino a qui c’è una via molto importante con il nome di una persona che ha fatto tanto bene per gli altri, e che voglio ricordare con voi. Mi riferisco al Pastore Martin Luther King. Egli un giorno disse: “Ho un sogno”. Sognò che tanti bambini, tante persone avrebbero avuto uguaglianza di opportunità. Sognò che tanti bambini come voi avrebbero avuto accesso all’educazione. Sognò che tanti uomini e donne, come voi, potessero andare a testa alta, con la dignità di chi può guadagnarsi da vivere. E’ bello avere dei sogni ed è bello poter lottare per i sogni. Non dimenticatelo.[…]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI D’AMERICA

[…] Negli ultimi secoli, milioni di persone sono giunte in questa terra per rincorrere il proprio sogno di costruire un futuro in libertà. Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati. Tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima di noi non sono stati sempre rispettati. Per quei popoli e le loro nazioni, dal cuore della democrazia americana, desidero riaffermare la mia più profonda stima e considerazione. Quei primi contatti sono stati spesso turbolenti e violenti, ma è difficile giudicare il passato con i criteri del presente. Tuttavia, quando lo straniero in mezzo a noi ci interpella, non dobbiamo ripetere i peccati e gli errori del passato. Dobbiamo decidere ora di vivere il più nobilmente e giustamente possibile, così come educhiamo le nuove generazioni a non voltare le spalle al loro “prossimo” e a tutto quanto ci circonda. Costruire una nazione ci chiede di riconoscere che dobbiamo costantemente relazionarci agli altri, rifiutando una mentalità di ostilità per poterne adottare una di reciproca sussidiarietà, in uno sforzo costante di fare del nostro meglio. Ho fiducia che possiamo farlo.

Il nostro mondo sta fronteggiando una crisi di rifugiati di proporzioni tali che non si vedevano dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Questa realtà ci pone davanti grandi sfide e molte dure decisioni. Anche in questo continente, migliaia di persone sono spinte a viaggiare verso il Nord in cerca di migliori opportunità. Non è ciò che volevamo per i nostri figli? Non dobbiamo lasciarci spaventare dal loro numero, ma piuttosto vederle come persone, guardando i loro volti e ascoltando le loro storie, tentando di rispondere meglio che possiamo alle loro situazioni. Rispondere in un modo che sia sempre umano, giusto e fraterno. Dobbiamo evitare una tentazione oggi comune: scartare chiunque si dimostri problematico. Ricordiamo la Regola d’Oro: «Fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te» (Mt 7,12).

Questa norma ci indica una chiara direzione. Trattiamo gli altri con la medesima passione e compassione con cui vorremmo essere trattati. Cerchiamo per gli altri le stesse possibilità che cerchiamo per noi stessi. Aiutiamo gli altri a crescere, come vorremmo essere aiutati noi stessi. In una parola, se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità. La misura che usiamo per gli altri sarà la misura che il tempo userà per noi. La Regola d’Oro ci mette anche di fronte alla nostra responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo. […]

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VESPRI CON IL CLERO, RELIGIOSI E RELIGIOSE OMELIA DEL SANTO PADRE

[…] L’altro pericolo emerge quando diventiamo gelosi del nostro tempo libero, quando pensiamo che circondarci di confort mondani ci aiuterà a servire meglio. Il problema di questo modo di ragionare è che può offuscare la potenza della quotidiana chiamata di Dio alla conversione, all’incontro con Lui. Pian piano ma sicuramente diminuisce il nostro spirito di sacrificio, il nostro spirito di rinuncia e di laboriosità. E pure allontana la gente che sta soffrendo per la povertà materiale ed è costretta a fare sacrifici più grandi dei nostri, senza essere consacrati. Il riposo è una necessità, come lo sono i momenti di tempo libero e di ricarica personale, ma dobbiamo imparare come riposare in maniera che approfondisca il nostro desiderio di servire in modo generoso. La vicinanza ai poveri, ai rifugiati, ai migranti, agli malati, agli sfruttati, agli anziani che soffrono la solitudine, ai carcerati e a tanti altri poveri di Dio ci insegnerà un altro tipo di riposo, più cristiano e generoso. […]

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INCONTRO CON I VESCOVI DEGLI STATI UNITI D’AMERICA DISCORSO DEL SANTO PADRE

[…] La Chiesa statunitense conosce come poche le speranze dei cuori dei migranti. Da sempre avete imparato la loro lingua, sostenuto la loro causa, integrato i loro contributi, difeso i loro diritti, promosso la loro ricerca di prosperità, conservato accesa la fiamma della loro fede. Anche adesso nessuna istituzione americana fa di più per gli immigrati che le vostre comunità cristiane.[…] Forse non sarà facile per voi leggere la loro anima; forse sarete messi alla prova dalle loro diversità. Sappiate, comunque, che possiedono anche risorse da condividere. Perciò accoglieteli senza paura. Offrite loro il calore dell’amore di Cristo e decifrerete il mistero del loro cuore. Sono certo che, ancora una volta, questa gente arricchirà l’America e la sua Chiesa.[…]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO “COR UNUM”

[…] Uno dei drammi umanitari più opprimenti degli ultimi decenni è rappresentato dalle terribili conseguenze che i conflitti in Siria e in Iraq hanno sulle popolazioni civili, nonché sul patrimonio culturale. Milioni di persone sono in un preoccupante stato di urgente necessità, costrette a lasciare le proprie terre di origine. Libano, Giordania e Turchia portano oggi il peso di milioni di rifugiati, che hanno generosamente accolto. Di fronte ad un tale scenario e a conflitti che vanno estendendosi e turbando in maniera inquietante gli equilibri interni e quelli regionali, la comunità internazionale non sembra capace di trovare risposte adeguate, mentre i trafficanti di armi continuano a fare i loro interessi. […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI AL SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLA PASTORALE DELLA STRADA, PROMOSSO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI

[…] Le realtà, a volte molto tristi, che voi incontrate, sono causate dall’indifferenza, dalla povertà, dalla violenza familiare e sociale, e dalla tratta delle persone umane. Non manca inoltre il dolore per le separazioni coniugali e la nascita di bambini fuori del matrimonio, destinati spesso a una vita “randagia”. I bambini e le donne della strada non sono numeri, non sono “pacchi” da scambiare: sono esseri umani con un proprio nome e un proprio volto, con un’identità donata da Dio a ciascuno di loro. Sono figli di Dio come noi, uguali a noi, con gli stessi nostri diritti.[…]

[…] È preoccupante vedere in aumento il numero delle giovani ragazze e delle donne che vengono costrette a guadagnarsi da vivere sulla strada, vendendo il proprio corpo, sfruttate dalle organizzazioni criminali e a volte da parenti e familiari. Tale realtà è una vergogna delle nostre società che si vantano di essere moderne e di aver raggiunto alti livelli di cultura e di sviluppo. La corruzione diffusa e la ricerca del guadagno a tutti i costi privano gli innocenti e i più deboli delle possibilità di una vita dignitosa, alimentano la criminalità della tratta e le altre ingiustizie che gravano sulle loro spalle. Nessuno può rimanere inerte di fronte all’urgente necessità di salvaguardare la dignità della donna, minacciata da fattori culturali ed economici! […]