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VENERDÌ SANTO PASSIONE DEL SIGNORE VIA CRUCIS PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO COLOSSEO «Dio è misericordia»

[…] Siamo istintivamente portati a fuggire dalla sofferenza, perché la sofferenza fa ribrezzo. Quanti volti sfigurati dalle afflizioni della vita ci vengono incontro e troppo spesso voltiamo lo sguardo dall’altra parte. Come non vedere il volto del Signore in quello dei milioni di profughi, rifugiati e sfollati che fuggono disperatamente dall’orrore delle guerre, delle persecuzioni e delle dittature? Per ognuno di loro, con il suo volto irripetibile, Dio si manifesta sempre come un soccorritore coraggioso. Come Veronica, la donna senza volto, che asciugò amorevolmente il volto di Gesù. […]

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OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

[…]Ma questo è solo l’inizio. L’umiliazione che Gesù subisce si fa estrema nella Passione: viene venduto per trenta denari e tradito con un bacio da un discepolo che aveva scelto e chiamato amico. Quasi tutti gli altri fuggono e lo abbandonano; Pietro lo rinnega tre volte nel cortile del tempio. Umiliato nell’animo con scherni, insulti e sputi, patisce nel corpo violenze atroci: le percosse, i flagelli e la corona di spine rendono il suo aspetto irriconoscibile. Subisce anche l’infamia e la condanna iniqua delle autorità, religiose e politiche: è fatto peccato e riconosciuto ingiusto. Pilato, poi, lo invia da Erode e questi lo rimanda dal governatore romano: mentre gli viene negata ogni giustizia, Gesù prova sulla sua pelle anche l’indifferenza, perché nessuno vuole assumersi la responsabilità del suo destino. E penso a tanta gente, a tanti emarginati, a tanti profughi, a tanti rifugiati, a coloro dei quali molti non vogliono assumersi la responsabilità del loro destino. La folla, che poco prima lo aveva acclamato, trasforma le lodi in un grido di accusa, preferendo persino che al suo posto venga liberato un omicida. Giunge così alla morte di croce, quella più dolorosa e infamante, riservata ai traditori, agli schiavi, ai peggiori criminali. La solitudine, la diffamazione e il dolore non sono ancora il culmine della sua spogliazione. Per essere in tutto solidale con noi, sulla croce sperimenta anche il misterioso abbandono del Padre. Nell’abbandono, però, prega e si affida: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Appeso al patibolo, oltre alla derisione, affronta l’ultima tentazione: la provocazione a scendere dalla croce, a vincere il male con la forza e a mostrare il volto di un dio potente e invincibile. Gesù invece, proprio qui, all’apice dell’annientamento, rivela il volto vero di Dio, che è misericordia. Perdona i suoi crocifissori, apre le porte del paradiso al ladrone pentito e tocca il cuore del centurione. Se è abissale il mistero del male, infinita è la realtà dell’Amore che lo ha attraversato, giungendo fino al sepolcro e agli inferi, assumendo tutto il nostro dolore per redimerlo, portando luce nelle tenebre, vita nella morte, amore nell’odio. […]

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ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE AMORIS LÆTITIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI ALLE PERSONE CONSACRATE AGLI SPOSI CRISTIANI E A TUTTI I FEDELI LAICI SULL’AMORE NELLA FAMIGLIA

[…] 30. Davanti ad ogni famiglia si presenta l’icona della famiglia di Nazaret, con la sua quotidianità fatta di fatiche e persino di incubi, come quando dovette patire l’incomprensibile violenza di Erode, esperienza che si ripete tragicamente ancor oggi in tante famiglie di profughi rifiutati e inermi. […]

46. Le migrazioni «rappresentano un altro segno dei tempi da affrontare e comprendere con tutto il carico di conseguenze sulla vita familiare ».30 L’ultimo Sinodo ha dato una grande importanza a questa problematica, affermando che «tocca, con modalità differenti, intere popolazioni, in diverse parti del mondo. La Chiesa ha esercitato in questo campo un ruolo di primo piano. La necessità di mantenere e sviluppare questa testimonianza evangelica (cfr Mt 25,35) appare oggi più che mai urgente. […] La mobilità umana, che corrisponde al naturale movimento storico dei popoli, può rivelarsi un’autentica ricchezza tanto per la famiglia che emigra quanto per il paese che la accoglie. Altra cosa è la migrazione forzata delle famiglie, frutto di situazioni di guerra, di persecuzione, di povertà, di ingiustizia, segnata dalle peripezie di un viaggio che mette spesso in pericolo la vita, traumatizza le persone e destabilizza le famiglie. L’accompagnamento dei migranti esige una pastorale specifica rivolta alle famiglie in migrazione, ma anche ai membri dei nuclei familiari rimasti nei luoghi d’origine.

47. […] Desidero sottolineare che l’attenzione dedicata tanto ai migranti quanto alle persone con disabilità è un segno dello Spirito. Infatti entrambe le situazioni sono paradigmatiche: mettono specialmente in gioco il modo in cui si vive oggi la logica dell’accoglienza misericordiosa e dell’integrazione delle persone fragili. […]

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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DALL’HARVARD WORLD MODEL UNITED NATIONS

[…] Gli argomenti e le problematiche che avete trattato non sono senza volto. Infatti ognuno di voi può descrivere le speranze e i sogni, le sfide e le sofferenze che caratterizzano la gente del vostro Paese. In questi giorni imparerete molto gli uni dagli altri e vi rammenterete a vicenda che, dietro ogni difficoltà che il mondo affronta, ci sono uomini e donne, giovani e vecchi, persone come voi. Ci sono famiglie e individui che vivono ogni giorno lottando, che cercano di prendersi cura dei loro figli e di provvedere ad essi non solo per il futuro, ma anche per le elementari necessità dell’oggi. Così pure, molti di coloro che sono colpiti dai problemi più gravi del mondo attuale, dalla violenza e dall’intolleranza, sono diventati rifugiati, tragicamente costretti ad abbandonare le loro case, privati della loro terra e della loro libertà. […]

Spero anche che la vostra esperienza vi abbia condotti a vedere l’impegno della Chiesa Cattolica nel servire i bisogni dei poveri e dei rifugiati, a sostenere le famiglie e le comunità e a proteggere l’inalienabile dignità e i diritti di ogni membro della famiglia umana. Noi cristiani crediamo che Gesù ci chiama a servire i nostri fratelli e sorelle, a prenderci cura degli altri, a prescindere dalla loro provenienza e dalle circostanze. Tuttavia, questo non è solo un distintivo dei cristiani, ma è una chiamata universale, radicata nella nostra comune umanità, una cosa che abbiamo come persone, che abbiamo dentro come persone umane! […]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

[…] Anche noi possiamo vivere a volte una sorta di esilio, quando la solitudine, la sofferenza, la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio. Quante volte abbiamo sentito questa parola: “Dio si è dimenticato di me”: sono persone che soffrono e si sentono abbandonate. E quanti nostri fratelli invece stanno vivendo in questo tempo una reale e drammatica situazione di esilio, lontani dalla loro patria, con negli occhi ancora le macerie delle loro case, nel cuore la paura e spesso, purtroppo, il dolore per la perdita di persone care! In questi casi uno può chiedersi: dov’è Dio? Come è possibile che tanta sofferenza possa abbattersi su uomini, donne e bambini innocenti? E quando cercano di entrare in qualche altra parte gli chiudono la porta. E sono lì, al confine perché tante porte e tanti cuori sono chiusi. I migranti di oggi che soffrono il freddo, senza cibo e non possono entrare, non sentono l’accoglienza. A me piace tanto sentire quando vedo le nazioni, i governanti che aprono il cuore e aprono le porte! […]

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PAPA FRANCESCO ANGELUS

Dopo l’Angelus:

[…] Come segno concreto di impegno per la pace e la vita vorrei citare ed esprimere ammirazione per l’iniziativa dei corridoi umanitari per i profughi, avviata ultimamente in Italia. Questo progetto-pilota, che unisce la solidarietà e la sicurezza, consente di aiutare persone che fuggono dalla guerra e dalla violenza, come i cento profughi già trasferiti in Italia, tra cui bambini malati, persone disabili, vedove di guerra con figli e anziani. Mi rallegro anche perché questa iniziativa è ecumenica, essendo sostenuta da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane, Chiese Valdesi e Metodiste. […]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

[…] Pensate ai tanti profughi che sbarcano in Europa e non sanno dove andare. Allora, dice il Signore, i peccati, anche se fossero scarlatti, diventeranno bianchi come la neve, e candidi come la lana, e il popolo potrà nutrirsi dei beni della terra e vivere nella pace (v. 19). […]

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PAPA FRANCESCO ANGELUS

Dopo l’Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

la mia preghiera, e anche la vostra, ha sempre presente il dramma dei profughi che fuggono da guerre e altre situazioni disumane. In particolare, la Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea stanno prestando ad essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi. Per questo occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati. In pari tempo, ho accolto con speranza la notizia circa la cessazione delle ostilità in Siria, e invito tutti a pregare affinché questo spiraglio possa dare sollievo alla popolazione sofferente, favorendo i necessari aiuti umanitari, e apra la strada al dialogo e alla pace tanto desiderata. […]

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PAPA FRANCESCO UDIENZA GENERALE

[…] E’ proprio ciò che accade nell’episodio della vigna di Nabot. Gezabele, la regina, in modo spregiudicato, decide di eliminare Nabot e mette in opera il suo piano. Si serve delle apparenze menzognere di una legalità perversa: spedisce, a nome del re, delle lettere agli anziani e ai notabili della città ordinando che dei falsi testimoni accusino pubblicamente Nabot di avere maledetto Dio e il re, un crimine da punire con la morte. Così, morto Nabot, il re può impadronirsi della sua vigna. E questa non è una storia di altri tempi, è anche storia d’oggi, dei potenti che per avere più soldi sfruttano i poveri, sfruttano la gente. È la storia della tratta delle persone, del lavoro schiavo, della povera gente che lavora in nero e con il salario minimo per arricchire i potenti. È la storia dei politici corrotti che vogliono più e più e più! Per questo dicevo che ci farà bene leggere quel libro di Sant’Ambrogio su Nabot, perché è un libro di attualità.

Ecco dove porta l’esercizio di un’autorità senza rispetto per la vita, senza giustizia, senza misericordia. Ed ecco a cosa porta la sete di potere: diventa cupidigia che vuole possedere tutto. […]

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PAPA FRANCESCO ANGELUS

Dopo l’Angelus:

[…] La Quaresima è un tempo propizio per compiere un cammino di conversione che ha come centro la misericordia. Perciò, oggi, ho pensato di regalare a voi che siete qui in piazza una “medicina spirituale” chiamata Misericordina. Già una volta l’abbiamo fatto, ma questa è di migliore qualità: è la Misericordina plus. Una scatolina che contiene la corona del Rosario e l’immaginetta di Gesù Misericordioso. Ora la distribuiranno i volontari, tra i quali ci sono poveri, senzatetto, profughi e anche religiosi. Accogliete questo dono come un aiuto spirituale per diffondere, specialmente in questo Anno della Misericordia, l’amore, il perdono e la fraternità […